Direzione centrale della Polizia di prevenzione

La cosiddetta "polizia politica" ha sempre costituito il momento più delicato della complessa attività di tutela della sicurezza e dell'ordine pubblico, il punto del precario equilibrio tra prevenzione e repressione nella sfera delle libertà fondamentali dei singoli e della collettività.
Anche la storia dei nostri giorni offre diversi esempi della sopravvivenza in alcuni Paesi di apparati polizieschi utilizzati come strumento di persecuzione di ogni forma di dissidenza. Se si prendono in esame le vicende italiane dall'unificazione del regno a oggi, si rileva come la "polizia politica" sia andata trasformandosi da oscuro apparato di controllo e intimidazione a mezzo di contrasto, ampiamente sopportato dal consenso popolare, di ogni minaccia che alle istituzioni democratiche provenga dal terrorismo e dalla eversione. Tant'è che non si usa più da diversi anni nemmeno il termine di "polizia politica", ritenendolo sinonimo di abuso e illegalità, ma si parla invece di polizia di sicurezza o di prevenzione.

​Se nel periodo fascista la polizia nel suo complesso e la polizia politica in particolare erano strumento di repressione di ogni forma di opposizione o anche di semplice dissenso, è oggi invece ben radicato il principio che la polizia debba essere al servizio della collettività e che sia suo compito difendere i valori ed i principi dello Stato democratico.
Ma è solo nel 1978 che scompaiono nelle questure l'etichetta e il concetto di "ufficio politico" e si affermano nei termini e nella sostanza quelli di prevenzione e di lotta all'eversione e al terrorismo.
Significativo del cambiamento dei tempi è il fatto che mentre oggi la tutela della sicurezza dello stato è affidata ad un concorso di forze (Polizia, Carabinieri, Servizi di sicurezza), durante il fascismo la difesa del regime era rimessa in maniera pressoché esclusiva alla direzione generale della Pubblica sicurezza e il Servizio Informazioni Militare (unico servizio segreto all'epoca esistente) aveva invece un ruolo molto marginale sotto questo profilo.

Una conquista della democrazia in tema di difesa dei diritti di libertà dei cittadini è in effetti segnata anche dalla ripartizione dei compiti tra Polizia e Servizi segreti, relegando appunto nel passato il sistema del ricorso da parte di un organismo di polizia a quei metodi non convenzionali, consentiti, invece, con i presupposti e i limiti comunque previsti dalla legge, ai Servizi.