Atti intimidatori, Lamorgese: «Massima attenzione al tema. La stampa è componente fondamentale della nostra democrazia»

Palazzo Viminale
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Imagoeconomica
4 Marzo 2021
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Ultimo aggiornamento
Giovedì 4 Marzo 2021, ore 19:19
Videoconferenza al Viminale con i rappresentanti nazionali del settore. Dal 2019 fenomeno in crescita, sopratutto tramite il web

«Stiamo seguendo con la massima attenzione il tema delle minacce ai giornalisti, veicolate anche attraverso la rete, perché la stampa è garanzia di circolazione delle notizie ed anche per questo è componente fondamentale della nostra democrazia: dunque non vanno sottovalutati gli atti intimidatori che devono sempre essere denunciati alle forze di polizia anche per una più efficace opera di prevenzione e contrasto di questo gravissimo fenomeno».

Lo ha detto il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, oggi in occasione della riunione del Centro di coordinamento delle attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente e di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti, convocata in videoconferenza dalla responsabile del Viminale per fare il punto della situazione anche a seguito delle recenti minacce rivolte sui social ai giornalisti della testata giornalistica "Il Tirreno".

All'incontro, in videoconferenza, hanno partecipato il capo di gabinetto del Viminale, Bruno Frattasi, il vice direttore generale del dipartimento della Pubblica Sicurezza, Vittorio Rizzi, il presidente e il segretario generale della Federazione nazionale della stampa, Giuseppe Giulietti e Raffaele Lorusso, il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna, il presidente dell’Ordine regionale della Toscana, Carlo Bartoli, il presidente dell’Associazione Stampa Toscana, Sandro Bennucci, e per “Il Tirreno” il direttore Stefano Tamburini e il rappresentante del Comitato di redazione Giulio Corsi.

«L'intensificarsi del fenomeno delle minacce ai giornalisti riporta indietro le lancette della storia a periodi bui», ha rilevato Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, che ha ringraziato il ministero, i prefetti e le forze dell'ordine per la sensibilità e l'attenzione e per la prontezza con cui sono sempre intervenuti. «Il sindacato - ha detto ancora - condivide in pieno l'invito a denunciare ogni episodio ed è, come sempre, al fianco dei colleghi, dalle denunce alle aule di tribunale».

Il ministro Lamorgese ha impresso nuovo impulso alle attività del Centro di coordinamento presso il Viminale fin dalla prima riunione da lei presieduta il 10 gennaio 2020, cui è seguita una direttiva ai prefetti per avviare un monitoraggio strutturato che consenta di delineare in maniera dinamica un quadro complessivo conoscitivo degli scenari di rischio a livello territoriale nonché delle iniziative conseguentemente assunte.

Due le proposte avanzate dal presidente Giulietti. Un invito al ministro Lamorgese ad incontrare i rappresentanti delle Federazioni internazionali ed europea dei giornalisti per illustrare il funzionamento del Centro di coordinamento, «una eccellenza cui in tutta Europa guardano con interesse», ha detto. E una iniziativa «da promuovere insieme per accendere i riflettori sulla Sicilia». Infine, anticipando la consegna alla ministra del libro "#StaiZitta giornalista!", sulle minacce rivolte in particolare alle colleghe, ha ricordato che «a minacciare i cronisti sono anche le querele bavaglio, ma la legge per contrastarle è ferma da anni».

I dati 

Nel 2020 gli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti sono stati 163, l’87% in più rispetto al 2019 (87 casi). Nel 2021, gli episodi registrati sono 23. Lazio, Sicilia, Campania, Calabria e Lombardia sono le regioni in cui si sono verificati il maggior numero di casi. Nel 2020 è cresciuta la percentuale delle intimidazioni pervenute via web (il 44% del totale): le piattaforme più utilizzate sono Facebook e Twitter. Nel 2019 gli episodi in Rete erano stati un quarto del totale.