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Lamorgese: il prefetto Dalla Chiesa esempio nella lotta al terrorismo e alle mafie
«Un grande uomo delle Istituzioni». Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese ricorda così il prefetto di Palermo Carlo Alberto Dalla Chiesa che - a 39 anni dal «vile attentato mafioso» nel quale rimase ucciso nel capoluogo siciliano insieme con la moglie Emanuela Setti Carraro e con l'agente della Polizia di Stato Domenico Russo - rimane un esempio nella lotta al terrorismo e nel contrasto alle mafie, prima come generale dell'Arma dei Carabinieri e poi alla guida della prefettura di Palermo dove «si è contraddistinto per la sua non comune visione strategica».
Un tratto della sua figura ricordato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella dichiarazione in occasione dell'anniversario della strage, laddove sottolinea come «il sacrificio del prefetto Dalla Chiesa e il suo lascito ideale contribuirono ad orientare molte delle scelte che, negli anni successivi, hanno consentito un salto di qualità nell’azione di contrasto ai fenomeni di infiltrazione mafiosa nell’economia e nella Pubblica Amministrazione», quando «norme e poteri di coordinamento più incisivi diedero nuovo vigore alle strategie di contrasto alla criminalità organizzata e rafforzarono la fiducia degli apparati pubblici che la combattevano; mentre, nella società civile, cresceva un sentimento di cittadinanza attiva, portatore di una cultura dei diritti contrapposta alle logiche dell’appartenenza e del privilegio».
Il ministro Lamorgese osserva a sua volta come «le sue intuizioni investigative e metodologiche ancora oggi risultano attuali ed essenziali per il contrasto di ogni forma di criminalità organizzata», sottolineando come «tutti noi dobbiamo continuare a fare tesoro dei suoi insegnamenti, in special modo in un momento come questo in cui le ingenti risorse pubbliche destinate a superare la crisi economica legata alla pandemia suscitano gli appetiti criminali, che è necessario prevenire e contrastare anche facendo ricorso a quell’approccio innovativo», suo «tratto distintivo unitamente alla fermezza morale».
Alle celebrazioni in memoria del prefetto Dalla Chiesa, in programma questa mattina a Palermo, partecipa in rappresentanza del Governo, il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni che ha sostato in raccoglimento in via Carini, luogo della strage del 3 settembre 1982, durante la deposizione delle corone.
«Una giornata di grande commozione e di ricordo di un grande uomo di Stato, di un grande rappresentante delle forze di polizia, di un grande prefetto in prima linea nel contrasto alla mafia» ha detto il sottosegretario ribadendo la convinzione che «la lotta alla criminalità organizzata si faccia da un lato con la repressione e quindi con gli arresti, e attraverso la sottrazione dei beni ai mafiosi, consegnati poi alle istituzioni locali e al volontariato». Importante anche il ruolo delle prefetture nel contrasto alle mafie, attraverso le interdittive antimafia e i protocolli di legalità, ha aggiunto il sottosegretario prima della sua partecipazione e del suo intervento alla celebrazione religiosa nella cattedrale cittadina dove era presente il vicario del prefetto di Palermo, Anna Aurora Colosimo.
Tra i momenti salienti delle celebrazioni, anche il conferimento della cittadinanza onoraria all'Arma dei Carabinieri nella caserma intitolata al prefetto Dalla Chiesa, in presenza del comandante generale Teo Luzi.