Malamovida a Torino, più ispezioni nei locali e controlli nelle piazze

Città di Torino
25 Gennaio 2022
1 minuto, 48 secondi di lettura
Ultimo aggiornamento
Giovedì 27 Gennaio 2022, ore 09:56
Riattivati dalla prefettura i tavoli di osservazione delle circoscrizioni

Affollamenti di giovani e schiamazzi notturni. É la fotografia della situazione nelle piazze e nelle vie del centro città a Torino. Un'emergenza che il prefetto Raffaele Ruberto, insediato da due mesi, ha deciso di affrontare e risolvere.

«Il sindaco - racconta in un'intervista sul quotidiano La Stampa - mi ha chiesto una riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica focalizzata sulla movida, che si svolgerà la prossima settimana. Nel frattempo ho riattivato i tavoli di osservazione delle circoscrizioni. L'obiettivo è focalizzare le varie problematiche, ci sono situazioni diverse su ciascun territorio».

Forte dell'esperienza maturata a Caserta, l'idea del prefetto è di attivare, da subito, una serie di controlli ad ampio raggio sugli esercizi pubblici. «Ad esempio - racconta - delle ispezioni nei locali, ma fuori dagli orari tradizionali della movida, per verificare se sono in possesso dei requisiti igienico-sanitari prescritti. Oppure, in collaborazione con l'ispettorato del lavoro, monitorare se tutti i dipendenti sono regolarmente assunti, o ancora se sono provvisti dei patentini per la somministrazione».

Nel caso di locali recidivi sarà possibile arrivare alla revoca della licenza. «Servono interventi ampi, non bastano le ispezioni serali», afferma il prefetto ricordando che per quanto concerne i requisiti e gli aspetti amministrativi si può pensare, invece, a un inasprimento delle sanzioni, compatibilmente con l'orientamento giurisprudenziale.

É alta, comunque, l'attenzione sul problema considerato anche che molti ragazzi si ritrovano nelle piazze senza nemmeno entrare nei locali della movida. «In quei casi - conclude Ruberto - si può pensare a un presidio fisso in determinati orari, anche orientato a evitare assembramenti e verificare l'uso delle mascherine».

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