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Orfani di femminicidio, il bilancio dell'ex Commissario Cannizzaro

Il prefetto Raffaele Cannizzaro, che ha lasciato lunedì scorso per raggiunti limiti di età l'incarico di commissario per le Vittime di Mafia e dei Reati Intenzionali Violenti, in occasione della presentazione della relazione 2020, facendo un bilancio dell'intero mandato, ha espresso la soddisfazione, in una intervista a larepubblica.it, per aver realizzato alcuni importanti risultati: il primo è aver finalmente liquidato i primi due assegni di sostegno alle famiglie affidatarie di minori orfani di femminicidio.
«Abbiamo adottato una misura importantissima che è un “unicum” nel panorama europeo e che ci consente di intervenire a sostegno degli orfani di femminicidio subito, senza attendere una sentenza del processo e neanche una richiesta di rinvio a giudizio. L’aiuto ai minori va dato tempestivamente», ha ribadito il prefetto.
«Possiamo operare direttamente sulla base degli atti di indagine, se poi, anche dopo anni, dovesse venire fuori che non si trattava di un femminicidio ma di un delitto per altra causa, non chiederemo indietro i benefici economici riconosciuti. Abbiamo comunque assistito dei minori ed è interesse dello Stato crescere dei cittadini veri».
Rispetto alle 2.000 persone oggi potenzialmente aventi diritto al sostegno «siamo soltanto all'inizio di un lungo percorso- ha sottolineato l'ex commissario -, ma siamo riusciti a liquidare l’assegno di sostegno (300 euro al mese) alle famiglie affidatarie di due ragazzi che hanno vissuto un dramma terribile: la prima è una tredicenne rimasta sola con la sorella oggi diciannovenne, figlia di un carabiniere che nel 2012 a Palermo uccise la moglie e poi si tolse la vita; il secondo è un ragazzino di 15 anni, anche lui vittima di una tragedia identica, adesso affidato allo zio in una città del centro nord».
Dal 16 luglio è in vigore il regolamento «che ha semplificato in modo enorme le procedure, abbiamo pubblicato i moduli per le domande sul sito del Viminale e tutti i documenti da produrre sono in autocertificazione. Saremo noi ad accertare i requisiti. Resta il fatto che purtroppo sono ancora in pochi a conoscere questa opportunità».
Cannizzaro ha parlato anche del progetto di cui si è detto «molto orgoglioso»: trasferire queste storie in un’opera teatrale da cui verrà tratto anche un cortometraggio per scuole e università. «Sarà una libera interpretazione, una simbiosi di due storie che mettono insieme
mafia e femminicidi».