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Piantedosi sul rapporto 2022 di Avviso pubblico: lo Stato è al fianco degli amministratori locali vittime di intimidazioni

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi è intervenuto questa mattina a Roma, presso la sede della Federazione nazionale Stampa italiana (Fnsi), alla presentazione del rapporto 2022 "Amministratori sotto tiro", il report realizzato da Avviso pubblico che censisce gli episodi di minacce e intimidazioni nei confronti degli amministratori locali e di persone che operano all’interno della pubblica amministrazione, in Italia e in Europa.
Secondo il report, giunto alla XII edizione, sono 326 gli atti intimidatori, di minaccia e violenza (-25% rispetto al 2021) rivolti nel 2022 contro sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministratori regionali e dipendenti della pubblica amministrazione, registrati da Avviso Pubblico in Italia, concentrati (2 casi su tre) nell'area Sud Itala e isole, nessuno riscontrato in Val d'Aosta. La Sicilia risulta la regione più colpita nel 2022, con 50 casi censiti, seguita da Campania (49), Puglia (48) e Calabria (42), regioni descritte come “a tradizionale presenza mafiosa” che hanno fatto registrare nel complesso il 58% dei casi su scala nazionale, mentre la Lombardia (23 casi) rimane la più colpita del Centro-Nord. A livello provinciale Napoli si conferma il territorio maggiormente colpito in Italia, con 26 casi, anche se in calo del 42% rispetto al 2021. Secondo l'associazione, la decrescita dei casi è la spia di una "cifra oscura", ovvero di un sommerso di casi avvenuti ma non denunciati.
Prendendo la parola il ministro Piantedosi ha ringraziato Avviso pubblico, insieme con la Fnsi, per l'invito e per il «lavoro prezioso» confluito nel rapporto, «perché offre le necessarie chiavi di lettura per meglio comprendere le linee evolutive del fenomeno» sul quale è alta l'attenzione del ministero dell'Interno, «da sempre impegnato sui temi della sicurezza»: dal 2015 infatti è operativo al Viminale l'Osservatorio nazionale sugli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali, che si avvale del lavoro dell'Organismo di supporto, il quale raccoglie i dati della direzione centrale della Polizia criminale, come ha ricordato il ministro.
Il successo di ogni politica di intervento è determinato dai suoi concreti strumenti di attuazione, ha proseguito il titolare del Viminale, sottolineando le potenzialità dell'«apposito Fondo istituito per finanziare gli enti locali per iniziative di promozione della legalità e misure di ristoro in favore di amministratori che hanno subìto episodi di intimidazione nell'esercizio delle loro funzioni istituzionali», e ricordando ancora le «significative iniziative formative rivolte agli studenti e agli amministratori locali» in corso di realizzazione.
«Perché le reali radici di questa forma di deriva sono innanzitutto sociali e culturali, attengono all'educazione alla legalità, alla cittadinanza attiva, al rispetto del pluralismo d'opinione, e non sono sempre e solo riconducibili alle "mafie", alla corruzione e al malaffare», ha continuato Piantedosi, osservando che comunque il tema della criminalità è incombente, laddove gli atti intimidatori sono il segno evidente di una cultura che ricorre alla violenza o all'intimidazione per risolvere situazioni di contrapposizione.
Occorre investire sugli amministratori locali, che «sono l'ossatura della classe dirigente al servizio delle comunità locali per la tenuta del sistema», ho sottolineato il ministro ricordando l'«incredibile sforzo di resilienza a cui l'intero sistema delle autonomie è stato chiamato negli ultimi anni, come nella gestione della crisi da Covid-19 e nell'accoglienza dei profughi provenienti dall'Ucraina», senza dimenticare che alla rete degli amministratori il ministero dell'Interno fa riferimento per la distribuzione sul territorio nazionale delle persone che giungono con i flussi migratori.
In quest'ottica «continueremo a lavorare, al fianco di chi subisce un atto intimidatorio», ha concluso il ministro parlando della necessità di ascoltare e supportare l'amministratore locale vittima in quanto tale di un gesto di questo tipo. Si tratta «di una battaglia di civiltà alla quale dobbiamo dedicare il massimo impegno perché la libertà di stampa» - ha detto ancora ricordando l'altro osservatorio operante al Viminale per il monitoraggio degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti - «così come il governo del territorio, sono vitali per la tenuta della democrazia».
All'evento, organizzato presso la sede della Federazione nazionale Stampa Italiana e trasmesso in diretta streaming sulla pagina Fecebook di Avviso pubblico e della Fnsi, sono intervenuti, tra gli altri, il presidente di Avviso Pubblico Roberto Montà, il presidente della Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi) Vittorio di Trapani, il curatore del dossier e responsabile dell'osservatorio parlamentare di Avviso Pubblico, Claudio Forleo, la giornalista Floriana Bulfon, e il condirettore di Agi, Paolo Borrometi, moderatore dell'incontro.
Durante il dibattito, è stato letto il messaggio del presidente dell'Associazione nazionale comuni italiani (Anci) Antonio Decaro.
