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Protocollo a Cuneo per l'accoglienza degli stagionali agricoli nel saluzzese
Finanziato per 498mila euro dal ministero dell'Interno, dipartimento per le Libertà civili e l'Immigrazione, prenderà presto vita nel distretto ortofrutticolo di Saluzzo e dintorni, in provincia di Cuneo, il progetto per la realizzazione di strutture per l'accoglienza dei lavoratori stagionali senza dimora, molti dei quali cittadini extracomunitari.
Lo prevede il protocollo d'intesa firmato ieri mattina in prefettura dal prefetto di Cuneo Fabrizia Triolo insieme con l'assessore regionale Marco Gabusi per la regione Piemonte, l'amministrazione provinciale, i sindaci di 10 comuni dell'area, tra i quali quello capoluogo, i rappresentanti delle principali organizzazioni sindacali e dei datori di lavoro, la Caritas e altre associazioni di volontariato.
L'accordo rinnova l'intesa siglata lo scorso anno per rispondere alla necessità di consentire il rispetto delle norme anti-Covid19 e alla forte esigenza del territorio di apprestare forma di accoglienza strutturate per questi lavoratori. Obiettivi raggiunti, che si punta a consolidare con il protocollo appena firmato, articolato su 2 fronti, quello dell'accoglienza e quello della gestione dei profili connessi alla prevenzione anti-Covid.
Sul primo fronte, i comuni di Cuneo, Busca, Costigliole Saluzzo, Lagnasco, Manta, Saluzzo, Scarnafigi , Savigliano, Tarantasca e Verzuolo hanno messo a punto un progetto per l’allestimento delle soluzioni alloggiative, che consentiranno di evitare il rischio di accampamenti in condizioni di degrado e mancanza di igiene sanitaria.
In parallelo, grazie al rifinanziamento del progetto "La buona terra" da parte del Fondo europeo Asilo Migrazione Integrazione (Fami) gestito dal ministero - capofila la regione Piemonte in partnership con il comune di Saluzzo, altri enti pubblici e del privato sociale e sigle sindacali -, si lavorerà anche sul fronte dell'integrazione dei lavoratori stagionali.
L'obiettivo è creare migliori condizioni di vita che favoriscano una buona convivenza con le comunità locali e il contrasto di forme di illegalità, prima fra tutte il caporalato, nel reclutamento da parte delle aziende agricole.
Per quanto riguarda, invece, la gestione degli aspetti sanitari dell'accoglienza, sarà attiva l'"Unità di crisi migranti” istituita dall'Asl CN1 (azienda sanitaria locale Cuneo 1).
Al protocollo aderiscono anche l'associazione Comunità Papa Giovanni XXIII e la Forze dell'ordine.
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Il protocollo | 256.39 KB |