Per ricordare la Shoah, iniziativa in Sicilia

Nuvola di parole della Shoah in Sicilia
26 Gennaio 2016
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Ultimo aggiornamento
Giovedì 28 Gennaio 2016, ore 19:01
Una giornata formativa e una mostra a Catania, organizzata in collaborazione con la direzione centrale degli Affari dei culti

Sotto l’Alto Patrocinio del Comitato di coordinamento per le celebrazioni in ricordo della Shoah, il ministero dell’Interno ha promosso, attraverso la direzione centrale degli Affari dei culti del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione, in collaborazione con la prefettura di Catania, un’articolata iniziativa per il Giorno della memoria del 27 gennaio 2016.

Circa 150 docenti delle scuole secondarie delle nove provincie siciliane hanno partecipato ieri mattina a un corso di formazione sulle leggi razziali e sulla persecuzione politica nazifascista, tenuto nel Palazzo della Cultura del comune di Catania. Nel pomeriggio, alla presenza del viceministro dell’Interno Filippo Bubbico, del prefetto di Catania Maria Guia Federico, del sindaco Enzo Bianco, di molti dei prefetti e dei vertici delle forze armate e di polizia attive in Sicilia, del presidente della Corte d’Appello e del Procuratore generale di Catania, del dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale e del Rabbino capo di Napoli, si è svolta la cerimonia inaugurale della mostra “1938-1945. La persecuzione degli ebrei in Italia. Documenti per una storia”.

La mostra, che è aperta fino al 15 febbraio, è articolata in due sezioni: una riferita all’ambito nazionale, predisposta dalla Fondazione Centro di documentazione ebraica di Milano, l’altra, riferita alla regione Sicilia, predisposta dall’Università degli studi di Catania e dagli Archivi di Stato di Siracusa, Ragusa e Catania. All'iniziativa hanno collaborato anche l’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti e la Comunità ebraica di Napoli.

La scelta della città nella quale svolgere la celebrazione commemorativa è caduta quest’anno su Catania per sottolineare e gratificare l’impegno con il quale le istituzioni locali fronteggiano l’emergenza profughi e per offrire alle giovani generazioni ulteriori stimoli per riflettere criticamente sui problemi legati all’accoglienza, all’interazione e all’integrazione tra mentalità, religioni e popoli diversi a partire dall’esperienza italiana del 1938-1945. La risposta della città, delle scuole e delle istituzioni conferma la bontà della scelta.