Breadcrumbs
Ricostruzione post-sisma: tempi certi in un quadro di legalità

Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese ha incontrato oggi al Viminale il Commissario straordinario alla ricostruzione del Centro Italia Giovanni Legnini per fare un punto della situazione sulle attività di ricostruzione dei territori di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria colpiti dal terremoto del 24 agosto 2016 e dai successivi eventi sismici che, nell'ottobre 2016 e a gennaio 2018, hanno causato danni anche irreparabili in alcuni dei comuni interessati.
All'incontro presieduto dal ministro Lamorgese hanno partecipato anche il direttore della Struttura di missione antimafia sisma 2016 del Viminale, Carmine Valente, e i prefetti delle province che ricadono nell'area del cratere sismico.
L'obiettivo è rilanciare nel suo complesso l'azione di ricostruzione portata avanti dalle istituzioni, in un quadro di legalità e trasparenza, per consentire alle comunità locali di risollevarsi. «La ricostruzione ha bisogno di tempi certi» ha precisato il ministro «ma servono anche i controlli di legalità».
Due, in particolare, i progetti sui quali puntare secondo la titolare del Viminale, uno già partito, l'altro da sviluppare.
Si tratta, rispettivamente, del protocollo del luglio 2017 tra Commissario straordinario e Struttura di missione antimafia-sisma del ministero per il monitoraggio dei flussi finanziari e di manodopera nei lavori di ricostruzione, e dell'accordo di collaborazione del dicembre 2019 tra Commissario straordinario e prefettura di Macerata - nel territorio della quale 44 comuni su 55 hanno subito pesanti danni - per la sperimentazione di sistemi informatici di rilevazione delle presenze autorizzate nei cantieri.
Mentre il protocollo tra Commissario e Struttura di missione prevede l'attivazione una piattaforma informatica dalla quale poter acquisire dati su contratti, subcontratti, appalti e presenze sui cantieri, fondamentali per le verifiche antimafia da parte del Viminale, la piattaforma per la rilevazione presenze oltre che un utile strumento può fare da volano ad altre iniziative legate, ad esempio, alla questione degli alloggi per il personale impiegato nella ricostruzione.
Tutti temi legati strettamente all'attività delle prefetture sui territori, motivo per il quale tra le ipotesi proposte dal ministro c'è la possibilità di definire a livello tecnico «uno schema tipo di protocollo, sulla scorta dell’esperienza della prefettura di Macerata, adattabile alle diverse esigenze dell’ampio territorio colpito dal sisma».
Il lavoro della Struttura di missione
Istituita per garantire la legalità delle attività di ricostruzione nei territori del Centro Italia colpiti dal sisma nel 2016, ha tra i suoi compiti quello di verificare la documentazione antimafia degli operatori economici impegnati nei lavori. Le imprese devono essere iscritte nell’”Anagrafe antimafia degli esecutori”, facendone prima richiesta.
Tra gennaio 2017 e luglio 2020 sono state 19.636 le società esaminate e poi iscritte nell'Anagrafe antimafia degli esecutori, all'interno della quale oggi risultano iscritti 14.224 operatori economici (8.258 in modalità definitiva, 1.558 in via provvisoria e 4.408 in corso di rinnovo), oltre alle 5.322 società che non hanno manifestato interesse alla permanenza nell'Anagrafe.
Dalla sua istituzione, la Struttura ha emesso 90 provvedimenti interdittivi, altri 5 sono in via di adozione, mentre sono in corso "focus" investigativi su 159 fascicoli.