Lo #StatoSolidale: nel 2020 oltre 44,8 milioni per vittime di mafia e reati intenzionali violenti

Prefetto Raffaele Cannizzaro
30 Novembre 2020
Temi
4 minuti, 20 secondi di lettura
Ultimo aggiornamento
Lunedì 30 Novembre 2020, ore 18:53
Le attività del Comitato di solidarietà nella Relazione annuale del Commissario Raffaele Cannizzaro

È stata presentata oggi da Raffaele Cannizzaro, Commissario per il coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso e dei reati intenzionali violenti, la relazione annuale che raccoglie i risultati dell’intensa attività svolta dal Comitato di solidarietà durante il 2020 illustrati anche in un video disponibile sul canale YouTube del Viminale.

Dallo scorso 1° gennaio al 30 novembre sono state presentate 595 domande di accesso al fondo di solidarietà: 410 per reati di tipo mafioso e 185 per reati intenzionali violenti. 

In questo periodo sono stati deliberati dal Comitato oltre 41,2 milioni di euro di risarcimenti alle vittime di mafia (il 61% in più rispetto al 2019) e oltre 3,6 milioni di euro di indennizzi alle vittime dei reati violenti intenzionali (+1.382,1% rispetto a quanto erogato nell’intero anno 2019). Un risultato quest'ultimo raggiunto grazie alle importanti innovazioni normative intervenute nel corso dell'anno, cha hanno portato alla concretizzazione di un ampio e articolato sistema di tutela anche al fine di rafforzare la vicinanza delle istituzioni alle vittime dei reati intenzionali violenti e agli orfani del femminicidio.

Nel dettaglio, nel 2020, l’ufficio del Commissario è stato impegnato su tre direttrici: i risarcimenti in favore delle vittime innocenti della criminalità organizzata di tipo mafioso; gli indennizzi alle vittime di reati intenzionali violenti che, proprio a gennaio di quest’anno sono stati rideterminati aumentandone considerevolmente gli importi; e da luglio, la possibilità di erogare specifici benefici in favore degli orfani dei crimini domestici e delle famiglie affidatarie. 

I numeri della relazione annuale mostrano che, sotto il profilo della distribuzione geografica, le richieste di acceso al fondo da parte delle vittime di mafia sono giunte prevalentemente (91%) dalle regioni meridionali (Sicilia, Campania, Calabria e Puglia), mentre, tra le altre regioni, spicca il dato del Lazio con 25 domande (6% del totale). La gran parte delle domande (61%) sono state presentate da privati cittadini per “provvisionali”, spese legali e risarcimenti disposti con sentenze di condanna; le restanti (39%) provengono invece da enti e associazioni.

Ammontano a oltre 644,8 milioni di euro i risarcimenti erogati ai familiari delle vittime di mafia dal 2000 - anno in cui è stato istituito l’Ufficio del Commissario - ad oggi.

Le richieste delle vittime dei reati intenzionali violenti hanno avuto durante l’anno una distribuzione più omogenea sul territorio nazionale: la maggior parte sono di nazionalità italiana (82), 4 provengono da Paesi della Comunità europea e 8 da Paesi extracomunitari (residenti stabilmente in uno dei Paesi della UE). Le domande di indennizzo per il 2020 riguardano vittime di omicidio (41, di cui 7 vittime di femminicidio), violenza sessuale (37), lesioni gravi (10) e gravissime (3).

Ma il risultato più importante raggiunto durante questo anno è stato, senza dubbio, l’approvazione del Regolamento - entrato in vigore a luglio 2020 - che consente di erogare benefici agli orfani dei crimini domestici e che a ottobre ha già dato i primi risultati consentendo di dare risposta immediata a due istanze provenienti da famiglie affidatarie di minori orfani del femminicidio attraverso l’erogazione di 14.400 euro per ciascuna di esse.

Il sistema di tutela prevede inoltre borse di studio, spese mediche e assistenziali, finanziamento di iniziative di orientamento al lavoro, di formazione e di supporto per l’inserimento nell’attività lavorativa oltre a specifici incentivi all’assunzione (fino al 50% dei contributi versati, per 36 mesi).

«È importante sottolineare» ha precisato il prefetto Cannizzaro « che tutte queste misure sono tra loro cumulabili». Inoltre «non è necessario aspettare la definizione del procedimento penale, le misure sono anticipate al momento della commissione del delitto affinché si possa intervenire immediatamente in favore dei minori».

«C’è una nota di soddisfazione nel presentare i risultati conseguiti» conclude il Commissario «per essere riusciti a tradurre – anche grazie al supporto intelligente, costante e professionalmente elevato del Comitato di solidarietà – una previsione normativa in norma regolamentare, che consente allo Stato di intervenire più velocemente e in concreto».

30 Novembre 2020