Terzo settore e accoglienza pubblica, il piano per i profughi ucraini a Milano

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17 Marzo 2022
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Ultimo aggiornamento
Giovedì 17 Marzo 2022, ore 11:02
Lo sottolinea il prefetto che annuncia l'ipotesi di creare hub di primissima accoglienza per screening sanitario e verifica dei bisogni

«Siamo di fronte a un flusso di persone diversificato, non programmato e non programmabile. Fino a qualche giorno fa, la quasi totalità degli arrivi aveva già un familiare, un amico, un parente al quale fare riferimento per l'ospitalità». Il prefetto di Milano Renato Saccone traccia così un primo quadro della situazione anche se «In queste ore - aggiunge - aumenta la richiesta di ospitalità nei centri governativi. Poi ci aspettiamo che avvenga anche un altro passaggio: e cioè che dopo essersi appoggiati sulle reti familiari, una parte dei profughi si rivolga al terzo settore e all'accoglienza pubblica. C'è indeterminatezza sui tempi, e quindi l'accoglienza familiare potrebbe diventare insostenibile nel medio periodo». 

Il piano prevede di privilegiare il rapporto con i sindaci e con il terzo settore. «Il legame con i sindaci assicura una maggior diffusione e sostenibilità dell'accoglienza sul territorio, spiega Saccone, e anche un maggior coordinamento delle iniziative di generosità a livello locale, perché la rete della solidarietà è ampia e va convogliata per assicurare sistemazioni nel contesto migliore possibile». 

«Stiamo lavorando con il commissario Guido Bertolaso all'idea di hub regionali, prosegue il prefetto, che possano diventare un punto di riferimento. Se ne ipotizzano due in Lombardia. Intanto è già attivo un centro per Milano a Bresso, con la Croce Rossa e l'Ats. La prospettiva è che possano diventare luoghi per una primissima accoglienza di breve durata: sia per assicurare lo screening sanitario, sia per creare rapidamente un percorso di ascolto, verifica dei bisogni e poi una successiva assegnazione nella struttura più adeguata. Sarà fondamentale per chi arriva senza avere già un punto di appoggio». 

Inoltre, «in questi primi giorni - aggiunge Saccone - sono state già rilasciate in Lombardia oltre 5000 tessere sanitarie temporanee, l'obiettivo è che tutti le abbiano». 

Anche l'inserimento scolastico sarà decisivo. «È un percorso già iniziato, spiega il prefetto, e che richiederà ancora uno sforzo non indifferente». 

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