Verso il superamento dei campi Rom a Torino e in Piemonte

Obiettivo legalità e maggiore inclusione sociale per le comunità Rom di Torino e del Piemonte. Questa la sostanza del protocollo firmato questo pomeriggio in prefettura a Torino, che impegna l'ufficio territoriale del governo, il comune, la regione e la diocesi a superare i campi presenti su tutto il territorio, mettendo in sicurezza e bonificando le aree e, in parallelo, potenziando gli interventi di inclusione sociale, abitativa e lavorativa.

Un obiettivo da raggiungere gradualmente, liberando entro l'anno il campo regolare di strada Germagnano, poi, nel 2020, estendendo il piano di superamento ai campi presenti nel resto del territorio regionale.

L'idea, spiega la prefettura - che assicura un primo contributo di 250mila euro per gli interventi su Torino, legati alle azioni programmate dal comune - è applicare il «modello Moi», grazie al quale sono state liberate dalle occupazioni abusive le palazzine di via Giordano Bruno nate per ospitare gli atleti dei Giochi invernali 2006.

«È un sistema che ha dato ottimi risultati anche sotto il profilo della sicurezza pubblica: lo abbiamo presentato al ministero per applicarlo anche nella gestione dei campi Rom della città» ha detto il prefetto Claudio Palomba, firmatario dell'intesa insieme con la sindaca Chiara Appendino, l'assessore regionale Fabrizio Ricca e l'arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, in presenza del capo del dipartimento per le Libertà civili e l'Immigrazione del ministero dell'Interno, Michele di Bari, e del direttore centrale per i Diritti civili, la Cittadinanza e le Minoranze, Rosanna Rabuano.

Nel percorso verso il superamento dei campi, che vedrà impegnati i 4 partner con il coordinamento di un tavolo interistituzionale, ci sarà particolare attenzione alle situazioni di vulnerabilità, alla scolarizzazione e alla formazione, di bambini e ragazzi, con progetti specifici dedicati ai giovani, per favorire la loro integrazione sociale e l'inserimento nel mondo del lavoro.