Bonus, ristori, fondi al Veneto 6,6 miliardi «Lo Stato è vicino»

3 Dicembre 2020
Tema
Intervista del quotidiano Corriere del Veneto al sottosegretario Achille Variati

Variati: «Le Regioni? Timorose di perdere consenso. Con gli aiuti basati sul fatturato è emersa l'evasione»
Gli aiuti. Alcune scadenze fiscali saranno cancellate

di Martina Zambon

Venezia - Bonus, ristori, agevolazioni, aiuti, sostegni, fondo perduto, codici Ateco, ristori per la zona gialla «plus». Il lessico della crisi, nella sua drammatica accezione economica, è ormai ricco. L'inevitabile frammentazione dei distinti provvedimenti, però, rischia di rendere difficile la percezione del quadro d'insieme. Ci ha provato il vicentino Achille Variati, sottosegretario dell'Interno con delega gli enti locali.

Quant'è arrivato da Roma al Veneto nei primi sette mesi della pandemia?
Quasi 6,6 miliardi sui dati consolidati da aprile a fine ottobre raccolti da diverse agenzie, quella delle Entrate, l'Inps e così via. Premettiamo subito che la parte del leone la fanno le ore di cassa integrazione. Ordinaria, in deroga, straordinaria, poco cambia. Dei 6,6 miliardi di aiuti, 4,72 corrispondono proprio agli ammortizzatori sociali. Poco meno di 2 miliardi, quindi, i ristori veri e propri. «Questi dati servono a supportare la mia tesi sulla presenza dello Stato in Veneto in questo tempo disgraziato. - premette Variati - Credo non ci sia mai stata nella storia del nostro Paese un intervento così radicale e capillare dello Stato e a parlare sono i numeri».

Partiamo proprio dagli enti locali, comuni, province e città metropolitane che si sono ritrovate in prima linea fin dal giorno zero. A loro, in totale (l'ultimo stanziamento di oltre 100 milioni è di due giorni fa), sono stati erogati 650 milioni e 990 mila euro, un totale in cui vanno incluse anche le due tranche ciascuna da 27 milioni e 68o mila euro del fondo di solidarietà alimentare di marzo e novembre. Poi ci sono le 480 mila imprese in cui lavorano poco meno di 2 milioni di addetti secondo i dati Unioncamere. «Abbiamo avuto da sempre una grande preoccupazione per il lavoro - spiega Variati ricordando le scelte fatte dal governo - perché se adesso ha funzionato la cassa integrazione guadagni e i licenziamenti sono ancora bloccati, cosa succederà dopo il 31 marzo? Confidiamo nella molla economica. L'importante è mantenere in vita le aziende fino ad allora».

Allora si parte, ovviamente, dagli oltre 4 miliardi per la cig in Veneto: fra fine marzo e fine ottobre sono state autorizzate 393 milioni 624136 ore. II dato per lo stesso periodo 201g era di 13 milioni di ore. «Questo è un dato che la dice lunga su come lo Stato abbia alleggerito le imprese sulla manodopera - dice Variati - per altro con un lavoro straordinario da parte delle sedi venete di Inps e Agenzia delle Entrate sul fronte ristori». In regione ci sono state 161 mila domande per il bonus baby sitter, calcolando una media di 700 euro a richiesta si arriva a superare i 112 milioni. Più del doppio, invece, per gli altri bonus «una tantum», anche se poi sono stati reiterati. Parliamo di quelli per gli autonomi, gli stagionali, i lavoratori dello spettacolo. I beneficiari veneti sono stati 352.286 per un totale di 246 milioni. Arriviamo, poi, ai contributi a fondo perduto ormai più noti come «ristori». I primi datano 19 maggio, sono quelli del decreto Rilancio che, in regione, si è tradotto in 678 milioni. Parliamo di ristori che hanno coperto i120% del fatturato calcolato su aprile 2020 rispetto ad aprile 2019. La seconda voce è quella del primo decreto Ristori di fine ottobre. In quel caso si è sperimentato il meccanismo dei bonifici «automatici» da parte dell'Agenzia delle Entrate che si è basata su chi aveva già presentato domanda in primavera. Perla parte «automatica», ora chiusa, si parla di 147 milioni in Veneto ma mancano ancora quelli per chi sta presentando domanda in queste settimane. 

«Qualcuno ogni tanto mi chiama lamentandosi di aver ricevuto poco - spiega Variati - ma devo rilevare che purtroppo, il sistema dei ristori che si basa ovviamente sui fatturati ufficiali, ha fatto venire a galla il tema dell'evasione». Ristorati al 200% palestre, piscine, terme, congressuale, spettacoli; al 400% locali da ballo e al 15096 ristoranti e bar. Nei decreti successivi il focus è stato sulle zone arancioni e rosse che vedono bar e ristoranti chiusi ma al Veneto, zona «gialla plus» per l'ordinanza regionale, dovrebbero arrivare ulteriori fondi per 19 milioni. Variati ricorda i prestiti a 25 mila euro garantiti dallo Stato per evitare il rischio di infiltrazioni mafiose e i prossimi rinvii delle scadenze fiscali «ma annuncio che, in alcuni casi, si arriverà alla cancellazione». 

C'è poi il reddito di emergenza (da 40o a 80o euro) per chi è alle soglie della povertà: in regione è andato a 39.448 persone, totale stimato 23,6 milioni. «Tanti? Pochi? Si può sempre fare meglio - conclude Variati - ma mi lasci togliere un sassolino: lo Stato è stata l'unica istituzione che in termini economici è stata vicina al mondo sociale e produttivo e ha trovato il suo alleato più forte, meno politicizzato e più pragmatico negli enti locali. Le Regioni, invece, si sono dimostrate troppo orientate alle pressioni del territorio, poco propense al sacrificio del consenso. Un rapporto viziato da aspetti politici. Quelli detti e quelli non detti. Come nel caso del Veneto».