Minoranze

Comunità di cittadini italiani con particolari caratteristiche etniche, linguistiche o religiose e le norme a tutela delle loro specificità
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La definizione generalmente accettata definisce 'minoranza storica' un gruppo di cittadini italiani, stanziato su un determinato territorio, numericamente inferiore rispetto al resto della popolazione, i cui membri hanno caratteristiche etniche, religiose o linguistiche diverse da quelle del resto della popolazione. Sul territorio italiano esistono diversi gruppi di popolazioni che si riconoscono in lingue diverse da quella nazionale.

Infatti, la normativa prevede che lo Stato tuteli la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo.
La legge contiene, inoltre, norme specifiche per l'insegnamento delle lingue minoritarie nelle scuole delle 12 comunità linguistiche riconosciute.

Le comunità di lingua minoritaria tradizionalmente vivono nelle regioni di confine, dove partecipano ad una comune cultura e lingua con le popolazioni dei paesi confinanti (valdostani, germanofoni, ladini, sloveni). Le aree del loro tradizionale insediamento godono di differenti livelli di autonomia amministrativa e queste minoranze fruiscono di differenti forme di tutela.

Altre comunità storiche sono presenti in varie parti del territorio italiano: albanesi/arberesh, greci, franco-provenzali, catalani, croati, occitani. In Sardegna, autonomia e diversità, che discendono dall’insularità e dalla condizione storica di isolamento, sono stati alla base del riconoscimento del sardo come lingua da tutelare. In Friuli-Venezia Giulia, la particolare autonomia linguistica  ha favorito l’identificazione del friulano fra le lingue minoritarie. ll quadro normativo è stato completato dalla legge 23 febbraio 2001 n. 38 recante “Norme a tutela della minoranza slovena nella regione Friuli-Venezia Giulia”, che gode di un particolare regime di tutela derivante da accordi internazionali stipulati a seguito delle vicende belliche della seconda guerra mondiale

Accanto alle minoranze linguistiche, possiamo individuare altre comunità che non sono provviste di un particolare territorio di riferimento. In Italia i gruppi nomadi più diffusi sono i 'Rom', presenti principalmente in Centro Italia e nel Mezzogiorno, i 'Sinti' che vivono soprattutto al nord Italia e i Caminanti presenti in Sicilia. Il nomadismo, pur costituendo un aspetto fondante dell’identità dei Rom e dei Sinti, non rappresenta, in effetti, più una caratteristica peculiare di tali popolazioni che hanno assunto da tempo carattere di sedentarietà. Gli spostamenti di alcuni gruppi sono legati in prevalenza a motivi economici e sociali.