Università più studenti e rifugiati uguale buona integrazione

In occasione della Settimana dell'Amministrazione aperta, un seminario al Viminale illustra i dati
#SAA2017: Viminale, Seminario "Il diritto d'Asilo visto dalla parte degli studenti universitari"

Al centro ci sono stati loro, gli studenti italiani e titolari di protezione internazionale con le loro esperienze sul campo ma anche con le loro emozioni, al convegno che si è svolto al Viminale dal titolo: 'Il diritto d'asilo visto da parte degli studenti universitari". Al tavolo anche qualificati relatori che hanno portato le attività realizzate dalle loro istitituzioni.

I lavori della giornata organizzata dal dipartimento per le Libertà civili e l'immigrazione sono stati moderati dal vice capodipartimento, Rosetta Scotto Lavina che ha evidenziato in apertura lo spirito dell'evento: dare voce agli studenti che hanno beneficiato direttamente delle borse di studio messe a disposizione grazie all'accordo tra il ministero dell'Interno, la conferenza dei rettori delle università italiane e la Pontificia università Lateranense.

Dei 236 candidati che hanno presentato la domanda per accedere alle 120 borse di studio delle Università italiane e alla Pontificia Università Lateranense, 57 sono risultati quelli vincitori:

I corsi di laurea prescelti dai vincitori, tra cui prevale ingegneria, economia, informatica, finanze, lingue, scienze politiche e scienze sociali e del territorio.

I Paesi di provenienza sono Afghanistan, Camerun, Eritrea, Etiopia, Gambia, Iran, Iraq, Mali, Nigeria, Pakistan, Palestina, Siria, Somalia, Togo, Turchia e Yemen del Sud.

Le università scelte sono 24 da Milano alla Sicilia, ha sottolineato il prefetto Scotto Lavina, e questi numeri rappresentano una best practice a livello europeo di grande valore etico e umanitario. E siccome questa è un'iniziativa di sistema e non spot, il prefetto ha annunciato che a breve sarà pubblicato il nuovo bando per l'anno accademico 2017/2018.

Di diritto all'istruzione sancito anche dalla convenzione di Ginevra, ha parlato Giulia Gori, progetto accoglienza corridoi umanitari della Mediterranean Hope, sottolineando  che solo l'1% dei rifugiati accede attualmente all'Università e che sono necessari percorsi di accompagnamento anche tramite i social al mondo del lavoro.

Andera De Bonis, Unhcr, ha evidenziato che il progetto ha ottenuto risultati importanti e che l'integrazione rappresenta una "scelta vincente" anche per evitare costi sociali in futuro.

Di grande interesse, il contributo portato dai rappresentanti dell'Ambasciata Canadese, Paul Gibbard e Sarah Hayward, che hanno fatto conoscere il metodo applicato nel loro Paese che si sostanzia in forme di partenariato tra i vari livelli istituzionali, università e comunità locali ma anche studenti. Una sorta di sponsorship non solo finanziaria, ma anche e forse soprattutto morale, emotiva e accademica.

Ma il focus della giornata è stato sentire le voci e la testimonianza in sale di chi questo progetto l'ha vissuto e grazie ad esso ha potuto risollevarsi ed aprirsi a nuovi orizzonti di vita. Dallo studente afgano, Elì Ehsani, autore anche di un libro "Stanotte guardiamo le stelle", che ha ringraziato l'Italia sentendosi anche "una risorsa per il nostro Paese e l'Europa".

Sicuramente toccante, poi, il racconto di Mirvat, giovane siriana di Aleppo, giunta in Italia grazie ai corridoi umanitari ed accolta nell'Università di Ferrara che ha capito - sottolinea la studentessa - che una ragazza dopo l'esperienza traumatica della guerra, non vuole solo rimanere viva ma fare anche tante altre cose e studiare è sicuramente una di queste.